Normalmente, le persone si rivolgono al proprio medico per avere un aiuto, una risposta, un consiglio su come gestire le proprie patologie e risolvere i propri problemi di salute. E' molto importante per il medico comprendere le esigenze dei propri assistiti, empatizzare con i loro bisogni, ma, più di tutto, saper tracciare una linea di gestione del problema che aiuti il paziente ad affrontare la malattia attraverso un percorso preciso, fatto di accertamenti ed esami adatti al suo specifico problema: non è infatti bravo il medico che sa tutto a memoria, specie il medico di famiglia che deve spaziare in tutto lo scibile medico e in tutte le branche della medicina, dall'ortopedia alla ginecologia, dalla psichiatria alla dermatologia fino a tutti gli altri campi; egli non può essere un tuttologo, o un computer, né deve essere un pappagallo pronto a rispondere a memoria al paziente, magari quello che giorno prima si è informato su internet o su wikipedia, e sa tutto della sua malattia rara, e si diverte a mettere alla prova le conoscenze del proprio curante. Non conta che il medico sappia a mena dito la singola patologia, magari studiata durante un esame dato 15 o 20 anni fa e poi mai più ripresa, ma bravo è il medico curioso, quello che non smette mai di studiare, che ha il coraggio di dire "non ricordo" ma ha voglia di riprendere mano i libri e approfondire. Ho visto primari di grande fama e bravura, di fronte alle domande dei pazienti, chiudersi nei loro studi e correre a sfogliare vecchi libri e manuali, presi dal dubbio. E come diceva un vecchio professore, un medico che non studia , non è un medico. La bravura vera di un medico è saper ragionare, e , specie il medico di base, costruire un percorso razionale che guidi l'assistito, facendo le cose giuste e meno invasive: primum non nocere, al contrario di quanto spesso pensano alcuni i pazienti, cioè che il medico sia tanto più bravo quanti più esami e accertamenti prescrive. magari accontentando i soggetti più ansiosi e ipocondriaci.
La medicina è anzitutto contatto, visita medica, ragionamento, semeiotica, accoglimento, comprensione e anche capacità di saper dire no sempre avendo be chiaro l'obbiettivo che è il bene dell'assistito. Sicuramente non tac e risonanze concesse senza criterio. Cosa succederebbe se domani, come qualche politico a volte ipotizza, i medici di famiglia sparissero? Di fronte a un sintomo, ci troveremmo in preda al panico, e ci metteremmo a fare ogni sorta di esami, magari inutili e poco indicati, o a rivolgerci a specialisti che non possono darci una risposta su un determinato problema; sicuramente tutti correremmo a farci una tac o un risonanza completa sparando alla cieca nel mucchio con la speranza di trovare qualcosa, convinti che quegli esami bastino a capire cosa abbiamo, troppo confidenti come siamo nella tecnica, più che nella capacità umana, oltre che ansiosi di avere tutto e subito. La natura ha i suoi tempi e le sue logiche, complesse e incomprensibili, è illusione pura sperare che quella pillola o quel macchinario risolvano tutto e in fretta.
Ciò che è certo, è che sicuramente il medico non ha la soluzione per tutto, perchè la medicina , nonostante le scoperte che la fanno sembrare onnipotente , non è che una piccola, mediocre porticina aperta su un grande mistero che è la natura, talmente complessa da essere ben lontana dalla limitata comprensione umana: in medicina, si dice, 2+2 non fa mai 4, niente è matematico, tant'è che la medicina non è una scienza, ma un'arte; ciascuna malattia e persona sono uniche, e ogni caso diverso dall'altro. Senza contare che delle malattie sappiamo poco o niente: se apriamo qualsiasi libro di medicina per leggere la causa di una patologia, possiamo leggere un elenco di fattori di rischio, ma mai con certezza è scritto nero su bianco cosa la provoca. Non lo sappiamo, e a malapena riusciamo a porvi rimedio; sempre che non sia la natura, nella maggior parte dei casi, a sistemare tutto, nonostante l'interferenza dei farmaci.
Ecco perchè personalmente sono contro la medicina, che qualcuno pretende di fare, via messaggio o su whatsapp: questa usanza moderna per cui basti un sms comodo dal divano, con qualche sintomo descritto vagamente, a cui debba corrispondere una risposta pronta e confezionata per tutti, lo trovo triste. Ogni persona reagisce ai farmaci a modo suo, ogni persona ha un suo metabolismo, un suo stato psicologico e mentale, una propria fisiologia, un corteo di sintomi può essere comune a migliaia di patologie, una macchiolina rossa essere tutto e il contrario di tutti. Servono indizi, servono dati, serve visitare e toccare, per formulare ,quantomeno, un'ipotesi. Il medico necessita di quella sensazione, di quel sesto senso che si crea con il contatto, con la palpazione, con l'auscultazione e con lo sguardo, che non può certo essere percepita con un telefonino. E' una cosa impossibile da spiegare, ma che si può solo percepire. E' come quando uno chef non segue pedissequamente una ricetta con i dosaggi scritti, ma dosa e mescola gli ingredienti usando quel sesto senso dato dall'esperienza: è quella capacità lì, di sapere cosa facciamo a sensazione, perchè è la nostra di medici è arte, e viene da dentro. Fare la medicina con il telefonino, anche se è attraente perchè comodo, è come pretendere di dare un bacio alla persona amata sullo schermo del cellulare piuttosto che dal vero, e pensare che sia uguale.
Posto che il medico non ha rimedio a tutto, per non dire a quasi nulla, e che la natura ha il suo corso, molto di ciò che riguarda la nostra salute è determinato dal caso: non abbiamo nemmeno idea di come i meccanismi fisiologici o le vie metaboliche si inceppino, di come certi cibi interferiscano con il nostro organismo, di come i collaterali di tanti farmaci intossichino il nostro corpo, di come la genetica influisca e quando lo faccia. Una cosa è certa: abbiamo degli strumenti per ridurre questo rischio, che non sono la visita del medico o le medicine, in cui troppo spesso vedo la gente cercare delle soluzioni o delle risposte, pensando che il dottore abbia per loro una soluzione in tasca e una panacea che risolva tutto. Non c'è soluzione a certi dolori, non c'è rimedio a certi danni, non c'è ritorno da alcune condizioni patologiche e non c'è medico che sia in grado di porvi rimedio, anche se vedo persone sperperare denari alla ricerca del migliore specialista in chissà quale posto sperduto d'Italia e del mondo, salvo tornare sempre con una grande delusione. Quindi cosa fare? l'unica cosa in nostro potere: non un grande mistero, ma semplicemente..prevenire! e gli strumenti per farlo, li dobbiamo cercare non solo nello studio medico, ma altrove: in noi stessi.
Il nostro organismo reagisce a milioni e milioni di stimoli e agenti esterni, i quali a loro volta si mescolano in milioni di altre combinazioni, diverse per ognuno: come potrebbe il medico con un po' di banale chimica risolvere tutto quanto? è folle pensarlo. Ma noi possiamo fare in modo , per quanto possibile, di orientare queste interazioni misteriose e complesse perchè diventino favorevoli e in qualche modo anche protettive. E questi strumenti si chiamano STILI DI VITA.
Comments